martedì 17 agosto 2010

A P.




Benvenuti a Sdòm.



Edificavo una notte senza buio. Il mare ad un lucido specchio infranto rassomigliava e l'agonia null'altro era che un bicchiere mezzo vuoto,
due dita di opalescente veleno zuccherino da buttar giù tirando il fiato.
Il vento chiamava Reina, la pioggia tamburellava una marcia trionfale.
La schiena nuda del peccatore mostrava scapole bianche, avrebbero potuto essere ali ad alto voltaggio.
Tra spasmi di giovani cosce pallide lingue rosate nascevano e dardi floriformi.
Una sedia a dondolo cullava una vecchia tzigana tenuta insieme da del fio spinato. Nella notte senza buio sempre le stesse parole ripeteva:
inconsistenza, inconsistenza, inconsistenza.

M.


drawing by Z ish mael

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